Ad Ueno prima di tutto andiamo a vedere il parco: all’entrata pensiamo di trovarci davanti un piccolo boschetto con un lago…ma il lago non c’è.
Ci sono un sacco di piante fiorite che, scopriamo, sono nell’acqua….sono il lago, perlomeno una parte, diciamo lo stagno: è davvero incredibile, la distesa di foglie e fiori dello stesso tipo e colore (credo peonie ma non me ne intendo) si perde a vista d’occhio.
Il cartello che invita a far attenzione a non finire in acqua è divertentissimo;
circumnavighiamo lo stagno e raggiungiamo il tempio all’altra estremità…..e facciamo fotine, fotine fotine.
Ci addentriamo nel vero e proprio parco ed Alberto guardando una delle piantine esposte ha una serie di infarti multipli e successivi. Prima incrociamo un baseball centre ed Alberto “gode”; poi dopo aver attraversato tutto il parco, raggiungiamo l’università di Tokyo, quella di musica che è di fronte a quella delle belle arti. Ma quando Alby sembrava soddisfatto arriva l’ultimo tuffo al cuore: una High School! non solo, ma mentre gli faccio la foto davanti al cancello della scuola le ragazze della scuola stessa si “mettono in posa”.
Parte risata collettiva, conoscenza ed altre foto “ufficiali” tutti insieme. Saluti e ringraziamenti e ripartiamo in cammino. Alby si fa fotografare vicino ad un trasformatore esterno per motivi fumettari: nei manga di solito gli assistenti partendo da foto ricostruiscono, disegnati, gli sfondi. Spesso quindi nelle vignette appaiono questi pali con un miliardo di fili elettrici e sti trasformatori/accumulatori esterni enormi.
Ritornati al parco c’intratteniamo vicino ad un gruppo di “giovanotti” che giocano a Crockett (età media, 65 anni) con tanto di pettorali numerati, ed io ho un ritorno alla fanciullezza, anche se Alby dice “alla deficienza” andando sull’altalena. Dopo un giro per le strade del quartiere ed una breve sosta per mangiare, ci dirigiamo verso Shibuya per vederla alla luce del sole, che per ora c’è.
Sostiamo vicino ad Hachicko e facciamo un po’ di foto, poi dritti a cercare un negozio di abbigliamento casual “Jeans mate”. Lo consiglio per l’assortimento, per i prezzi un po’ meno: è economico ma non tantissimo (es. t-shirt carinissima Yen 2.000, circa 12 euro….ne ho prese tre). Attenzione! Spesso le magliette esposte mostrano il “dietro” e non il davanti. Dopo la sosta shopping, io ed Alby ci dividiamo per un’oretta. Lui si fionda in uno store di strumenti musicali pieno di chitarre vintage, bellissime, a parte i prezzi ovviamente.
Io m’intrattengo nel HMV. Piano terra “Namie Amuro” ed il suo nuovo CD di cui mi risento il primo pezzo (prima di partire finirò per comprarmelo sto CD). Secondo piano senza molto interesse,soul & techno, niente da sottolineare. Terzo piano, godimento: rock & pop. Inizio dall’ascolto di un gruppo di cui avevo visto mezzo video sui megaschermi dell’incrocio di Shibuya, “Zebrahead”, decisamente carini, i nipotini degli Offspring, poi mi ricordo del gruppo di cui vedo pubblicizzato un cd con possibilità di ascolto, ne avevo sentito una canzone: i tipi si chiamano “the script” sento e risento i primi 4 pezzi: davvero interessanti, mi piacciono, me li “scaricherò”. Mentre mi addentro verso il resto del piano, sento “live music”, in quel momento c’è una performance live di un gruppo vocale guappo (tutti maschietti) “the unlimited tone”. Non ho potuto né registrare ma manco fotografare, che palle, ma localmente con le armonie sono davvero bravi.
Vado al piano di sopra e faccio un fugace giro tra Dvd movie e Dvd Tv series perché l’ora è passata da un po’ e sono in ritardo.
Mi fiondo verso la statua di Hachicko dove devo rincontrare Alby (si, anche noi come tutti, alla statua di Hachicko), con un’unica sosta per sete: 7up al limone, se po’ ffà. Beccato Alberto, decidiamo di andare a visitare Roppongi. Metro Yamanote, poi hybia e giungiamo a Roppongi Hills: enorme struttura di negozi, musei, teatri, tutto modernissimo ed “imponente” da tornarci con calma. Da lì raggiungiamo la torre di Tokyo. Scarpinata lunga e faticosa e l’ultima parte pure in salita (che palle) ma non me l’aspettavo, ne è valsa la pena. La torre è notevole, un po’ il fiato te lo toglie, anche se sono piuttosto convinto che sia più piccola di quella di Parigi…m’informerò per curiosità.
Anche il colore rosso e bianco ci piace!!! Facciamo foto “postmoderne” con scene da panico (Alby che si china per fare foto e non riesce a rialzarsi….colpo della strega al “ginocchio ahahahaaaah). A questo punto stanchi e distrutti torniamo ad Asakusa a cenare ed a riposare le “stanche membra”.
That’s all!!!
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